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Flying the Alaska Wild

Flying “the edge”….

biblioteca03Autore: Mort Mason
Ed: Voyageur Press – 2002
Genere: Narrativa – 335 pagg.

La vita e le quotidiane peripezie dei “bush pilot” dell’Alaska.
Un libro per assaporate la vita ed il volo “estremo” di questi piloti attraverso il racconto di un uomo che in 20 anni ha accumulato oltre 20.000 ore di volo in queste difficili condizioni.

Alaska. Un territorio enorme, una natura selvaggia e spesso incontaminata, con condizioni climatiche molto dure.
E’ in questo remoto ed affascinante paese, dove la densità di popolazione è bassissima e le distanze enormi, che si è sviluppata, come forse in nessuna altra parte del mondo, l’aviazione leggera.
Questo è il regno dei “bush pilots”, persone che hanno fatto del volo in condizioni marginali la loro professione quotidiana.
Mort Mason, l’autore di questo libro, è uno di questi. Con qualcosa come 20.000 ore di volo in oltre venticinque anni di attivià, Mason racconta in questo libro il fascino e la “lucida follia” del volo in Alaska, partendo con il descrivere quali sono i suoi personali parametri di giudizio sul volo in zone difficili, per poi passare a raccontare incredibili aneddoti di “volo vissuto”.
Leggendo questo libro si scopre come le dure condizioni del luogo e le pressanti esigenze di “sopravvivenza”, anche economica, abbiano in molti casi portato ad una sorta di “dilatazione” di quelle che sono le prestazioni normalmente considerate standard per gli aerei leggeri. L’abitudine a sovraccaricare ed ipersfruttare i piccoli monomotori normalmente utilizzati (Piper Cub, Cessna 172/180/210) ha sostanzialmente costretto la FAA (Federal Aviation Administration) a consentire per decreto un sovraccarico del 15%. Questo è già di per se un fatto inquietante per chi vola dalle nostre parti ma non è che la punta dell’iceberg.
Leggendo i racconti di Mason si apprende di come in Alaska si superi notevolmente anche questa condizione, arrivando a volare con aerei enormemente sovraccarichi, ai limiti del concepibile, ed in condizioni meteo spesso proibitive. Come se questo non fosse abbastanza, bisogna anche considerare che il 99% di tutta questa attività si svolge al di fuori di aeroporti o aree controllate, praticamente sempre su campi sterrati, spiagge, ghiacciai o pendii nevosi, specchi d’acqua ghiacciata o meno, che molti di noi non considererebbe assolutamente adatti nemmeno per farci una passeggiata.

Ice floatplanes !

In uno di questi aneddoti, lo scrittore racconta di un incredibile decollo con un Piper Cub (125hp) in configurazione idro da un lago prossimo al completo congelamento invernale e con solo una piccola parte ancora liquida al centro.
Nonostante il PA18 sia biposto, Mason aveva a bordo 2 (due) passeggeri, tutta la loro attrezzatura da campeggio, da caccia ed i relativi trofei appesi all’esterno (!!).
La manovra venne anticipata da vari flottaggi contro lo strato più sottile di ghiaccio per cercare di romperlo ed aumentare lo spazio “liquido”. Ma la zona liberata non fu sufficiente e dopo un flottaggio circolare, ottenuta sufficiente velocità, Mason salì sul ghiaccio “pattinandoci” sopra con l’idrovolante e da lì proseguì la corsa di decollo fino a riuscire a spiccare il volo…. roba da matti.

In conclusione, si tratta di un libro bello e particolare di “volo vissuto” e di esperienze da “bush pilots” che lascerà senz’altro il segno in chi avrà il gusto di leggerselo.biblioteca04

Purtroppo l’edizione è reperibile soltanto in lingua inglese ma almeno non ci sono problemi di approvvigionamento ed il volume è facilmente acquistabile in tutte le librerie internazionali on-line al costo di circa 13 $.
Buona lettura !

PPP