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Romano Aglietti

Aglietti l’istruttore

Il comandante Romano Aglietti è sicuramente stata una persona di rilevante importanza che ha ruotato attorno all’AeroClub di Firenze. Ha iniziato a farne parte infatti come meccanico ai tempi in cui Vasco Magrini era istruttore e successivamente e’ diventato il suo secondo pilota. Dopo la morte di Magrini ha preso il posto di istruttore di volo.

Durante la sua esperienza di pilota, ha avuto oltre 20.000 ore di volo all’attivo e, quando diventò istruttore, una delle regole fondamentali che tramandava ai suoi allievi era proprio quella di dover effettuare sempre tutte le manovre con la testa.

Il volo con i 3 giri in vite

Un aneddoto particolare era la “prova dei 3 giri in vite”. E’ da notare che ai tempi di Aglietti, nel corso per il conseguimento del brevetto di pilota privato, la lezione n. 17 del corso era quella dedicata alla “vite” che, poi, per motivi di sicurezza venne abolita. In realtà troppi sono stati quelli che con solo appena un’infarinatura di questa manovra o poco più, tentavano di applicarla.

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Aglietti aveva a disposizione un aereo P66 e la “prova dei 3 giri in vite” che faceva proprio ad affermazione di quanto diceva, era quella di mettere un rotolo di carta igienica tra i due sedili posteriori del velivolo, prima di dilettarsi nei 3 giri di vite. Questa manovra veniva effettuata completamente sull’asse longitudinale ed a verifica che fosse stata fatta nella giusta maniera, a seguito dei 3 giri in vite il rotolo era sempre nello stesso posto di quando era stato “posizionato”.

La sua personalità

Era una persona intelligente, anche se aveva faticato molto per riuscire a prendere i brevetti. Nonostante questo, aveva senza dubbio dalla sua parte le notevoli conoscenze pratiche della meccanica degli aerei.

Proprio per questi motivi aveva sviluppato una notevole capacità di insegnamento e di trasmissione del proprio sapere agli allievi piloti, con i quali riusciva anche ad instaurare un buon feeling ed a conoscerli a fondo.

A quei tempi perdersi era facilissimo anche perché non esisteva la strumentazione disponibile ai nostri giorni e pertanto il pilota doveva essere davvero completamente ferrato nella cosiddetta navigazione osservata. Proprio per questo oggi alcuni piloti, ex allievi di Aglietti raccontano che tantissime volte che agli inizi coloro che avevano conseguito il brevetto proprio con lui, non riuscivano a tornare “alla base” ed era proprio il loro maestro a sapere dove dover andare per recuperarli.

Un suo amico ci racconta….

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Fece costruire infatti un capannone sulla «0 5» dove mise la base della sua scuola: Florence Flying School. La sua passione ed il suo interesse per il volo erano davvero molto forti e sentiti.

Roberto Benelli è stato presidente di questa scuola per ben 4 anni, a seguito della richiesta di Aglietti. A quel tempo infatti, per essere presidente di una scuola di volo si doveva avere il brevetto di volo di 3° livello, ovvero il brevetto di pilota commerciale. In quegli anni erano in pochi ad averlo e, normalmente chi lo aveva, lavorava come pilota di linea e quindi non poteva essere preso in esame per ricoprire questo ruolo.

Il comandante Aglietti era il perno fondamentale di questa scuola, anche se molto aiutato dai suoi amici, i quali operavano tutti come volontari e tutti accomunati dalla passione per il cielo, gli aerei ed il volo. Tuttavia, una volta decaduto tale scuola è fallita, in quanto si era un po’ perso quello spirito che la animava quando Aglietti stesso era vivo.

I CESSNA arrivano anche all’AeroClub

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A seguito dell’apertura della Florence Flying School, il com.te Aglietti era riuscito ad avere la concessionaria per gli aerei CESSNA 150/170 per il centro Italia. La casa costruttrice di tali aerei era a Reims, in Francia. Spesso andava a prendere gli aerei acquistati in compagnia dell’amico Benelli , altre volte mandava solo quest’ultimo. Una volta che poi l’aereo era giunto in aeroporto, veniva targato, immatricolato e consegnato al cliente. Ha venduto un CESSNA anche all’AeroClub di Firenze. Inoltre, sempre con la Florence Flying School, aveva organizzato anche dei «servizi» di volo particolari: gli aerei sorvolavano i vigneti toscani per la distribuzione dei moschicida.

Un aneddoto significativo di questi CESSNA era la loro sigla di immatricolazione, in quanto e proprio per idea di Aglietti stesso, dopo il classico I-, le prime due lettere che comparivano sui velivoli erano FF, significative di Florence Flying.